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Distacchi

Tornando a casa il tuo balcone è quello che appare per primo, svoltato l’angolo. Ogni giorno, rientrando dal lavoro, alzo lo sguardo e mi chiedo come stai.

Stamattina ho notato i primi sprazzi di colore, le piante stagionali iniziano a dare il meglio di sè, tra poco l’ibisco le oscurerà tutte, gigantesco, rosso, lo si vede da lontano, il tuo orgoglio.

Ieri sono passata dal ‘nostro negozio’: vetrine in allestimento, a giorni saranno solo colore, tessuti leggeri, fantasie che da sole risvegliano la gioia di vivere. Ti ricordi a marzo dell’anno scorso? Siamo andate per te e alla fine ho comprato solo io… quanto ci siamo divertite a entrare e uscire dai camerini, commentare e consigliarci a vicenda.

Ti devo ancora raccontare del mio lungo viaggio, dei posti che ho visitato, degli aerei che ho preso, sì, quelli che temi tanto: il tuo limite, il blocco che ti ha precluso tutto il bello che si nasconde oltre il confine: così sono diventata i tuoi occhi e le tue orecchie. Il tuo sguardo quando ti racconto è assetato, la tua fame di fotografie è autentica. Così, ogni volta che viaggio, penso a cosa raccontarti, quali foto mostrarti o che regalo portarti.

Stavolta ho scelto due tazzine da caffè, il simbolo del nostro incontro settimanale, la scusa per incontrarsi, vedersi, confidarsi, mettere in pausa il mondo e dedicare mezz’ora solo a noi, esser l’una la spalla dell’altra per proteggere i nostri cari, rismarmiarli dalle nostre fatiche quotidiane.

Preparo il caffè, è metà mattina, l’orario ideale: la casa è sgombra di voci e di presenze, di fretta e concitazione. Le tazzine sono bianche con una bella bandiera australiana e un cuore, che traduce in un simbolo tante passioni: l’amore per questo paese, per i viaggi, per il caffè, per le relazioni.

E’ tutto pronto, il caffè cremoso e fumante diffonde il suo aroma nel salotto: è una giornata tiepida, possiamo tenere le finestre aperte; metto sul piattino un cioccolatino, ne sei golosa, voglio viziarti.

Comincio a sorseggiare: il gusto mi riempie la bocca, soddisfa il palato: inizio a raccontarti delle città, dei paesaggi naturali, delle notti stellate. Non mi accorgo del tempo che passa, questi discorsi mi appassionano, lo sai, e a te piace ascoltarli.

Ho tanto da fare oggi, ma non importa, lascio il tempo e il mondo fuori dalla porta. Voglio stare con te.

Lo squillo del telefono mi riporta alla realtà: rispondo, poi torno in salotto. La schiuma del tuo caffè si è dissolta, ormai è freddo, ma il profumo è ancora diffuso nell’aria: sei qui, lo so, ma mi manchi, amica.

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