Se un giorno riuscirò a organizzare il mio personale book club, rigorosamente in inglese, il primo libro che proporrò sarà questo: è stato in passato una lettura scolastica delle mie figlie, ma non mi aveva mai incuriosito abbastanza, finché un giorno invece, rimasta a secco di libri durante una vacanza, l’ho riscattato da un gruppetto di volumi in bella mostra su una mensola nella casa al mare: mi ha conquistata, coinvolta e naturalmente commossa. Appena finito l’ho passato a mio marito e mentre lo leggeva lo osservavo, ne studiavo lo sguardo, le smorfie tentando di indovinare a che punto della storia fosse giunto.

Infine, una sera, in una di quelle sere in cui il sole proprio non ne vuole sapere di tramontare, seduti sulle nostre poltroncine in spiaggia, uno di fronte all’altra, ho capito che era arrivato all’ultima pagina: il viso ha cambiato espressione, da assorto è diventato incredulo, poi improvvisamente triste: ha distolto lo sguardo dal libro per rivolgerlo a me, scuotendo la testa, non c’è stato bisogno di parole.

John Boyne The boy in the striped pijamas (Il ragazzo col pigiama a righe)