Diciotto anni.
Ti ho tenuta in grembo, poi in braccio, poi per mano. Col tempo hai imparato a camminarmi accanto, poi da sola. Ti ho visto raggiungermi e superarmi, e ho ammirato il tuo passo fiero, mentre un po’ indietro riprendevo fiato, e ti guardavo crescere. A volte, in questi anni ci siamo voltate le spalle, troppo orgoglio, o forse troppa somiglianza; ma poi, come in una delle tue coreografie, un passo indietro o una pirouette e tornavamo a guardarci ancora negli occhi, quegli occhi che, conoscendoli un po’, permettono di sbirciare fin dentro l’anima.
Oggi mi sento un po’ più vecchia, ma tanto felice per avere avuto la fortuna di vederti crescere e arrivare fin qui, e non sento il timore di perderti, o la paura di sentirmi meno importante o necessaria, anzi, sono entusiasta all’idea di vederti conquistare il mondo.
E quando sentirai la bambina che una volta ti abitava tornare a trovarti, quando proverai l’ansia o la paura di non farcela, o di non essere abbastanza forte, o grande, per affrontare il mondo, potrai sempre voltarti indietro e, nella nebbia del dubbio, nel buio dello sconforto o, spero, nella luce acccecante della gioia, guardando bene, vedrai una luce lontana, intermittente, costante, un piccolo faro, scrostato dalle intemperie, consumato dal tempo, ma luminoso e presente, che senza sosta ti indicherà la via di casa, e lì, sempre mi troverai.
Buon compleanno, Ali
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