Le notizie che hanno accompagnato il risveglio hanno oscurato il mio buonumore, ma ho deciso di non permettere loro di compromettere del tutto la mia giornata. Così, tra una lezione e l’altra, sono andata a comprare dei fiori, volevo vedere il colore che non riuscivo proprio a trovare nei miei pensieri.
Ho scelto primule e ranuncoli, mi ispiravano i colori accesi delle corolle e la semplicità di foglie e steli. C’erano anche degli anemoni, ma non li ho scelti.
Tornata a casa sono andata a rispolverare una bella lettura di qualche anno fa, un libro di cui ancora conservo memoria, e che prima o poi rileggerò. Nelle ultime pagine c’è un curioso e prezioso ‘dizionario’ che traduce nella nostra lingua il linguaggio dei fiori.
Alla voce ranuncolo si legge ‘il tuo fascino è radioso’, la primula parla il linguaggio dell’infanzia e della fiducia: parole che rischiarano i pensieri. Per curiosità sono andata a cercare anche il fiore che, sebbene mi piaccia, oggi ho istintivamente eliminato, l’anemone: desolazione.
La mia giornata non è stata proprio in technicolor, ma almeno, grazie a piccoli e semplici miracoli della natura ha perso lo sbiadito bianco e nero con cui era iniziata.
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