A volte c’è bisogno di mettere un punto, concludere una frase, non trascinarla rischiando di ripetersi; allora si utilizza questo elemento della punteggiatura. Poi, quasi pentiti, si riprende subito il discorso oppure, armati di coraggio, si finisce il periodo e si va addirittura a capo: nuovo paragrafo, nuovi pensieri, nuovi argomenti. Ma ci vuole coraggio a chiudere un periodo… nella sintassi abbiamo tante vie d’uscita per evitare la cesura definitiva, possiamo prendere fiato con una virgola, recuperare respiro più a lungo con un punto e virgola, restare in sospeso con tre puntini, chiarire, definire o elencare con due punti, esprimere dubbi con un bel punto interrogativo oppure sfogarci con un’esclamazione!

In queste settimane ho pensato molto a sabrinalibri, questa mia creatura nata per gioco nell’agosto di quasi sei anni fa, cresciuta con me e arrivata a un punto .. uno di quei punti in cui bisogna fare un bilancio e chiedersi se valga la pena continuare, trascinarsi tra virgole e punti di sospensione oppure dirsi addio e guardare avanti.

Nelle coppie alla deriva si usa spesso l’espressione ‘pausa di riflessione’, una scusa per rimandare ancora un po’ il definitivo addio, uno stratagemma per lasciar sbollire un rapporto, sperando che la fine faccia meno male, che il dolore in qualche modo si affievolisca nel tempo.

E allora sceglierò anche io questa strada: sabrinalibri si prende una pausa di riflessione, il mio è un punto vigliacco, uno di quelli alla fine di un periodo, che chiude lasciando uno spiraglio, pur sapendo di essere la conclusione definitiva di un tempo.

Grazie a chi mi ha seguito con affetto, a chi è capitato tra i miei post per caso e poi, trovando quest’angolo comodo, si è fermato; grazie a chi, anche solo distrattamente, è passato di qui; addio è una di quelle parole che non mi è mai piaciuto indossare, dunque arrivederci.