Il mio ebook mi informa che sono solo al 25% del libro letto e che ho davanti a me ancora 24 ore alla fine; ne sono felice, perché pur avendo letto solo un quarto di quest’opera mi sono affezionata alla storia, ai suoi personaggi e mi sono riavvicinata ad un paese che ho “assaggiato” in una visita lampo e dal quale sono fuggita, sopraffatta da folle, mani, odori, rumori.
In Shantaram invece tutto prende un’altra piega, forse perché la voce narrante riesce a trasportarmi oltre la miseria, lo sporco e il sovraffollamento di anime presente in ogni grande città dell’India; perché riesce a farmi soffermare su gesti che hanno un significato profondo, sulla mania di vedere il buono dappertutto, e perché descrive rievocando paesaggi, come quando si sofferma su occhi color sabbia, definendola come sabbia nel palmo di una mano all’ora del tramonto.
Tanti sono i passaggi già evidenziati, ne condividerò uno con voi, sperando che i tanti lettori che mi hanno consigliato questo libro commentino il post aggiungendo altre rievocazioni alle mie.
Sospetto che Shantaram chiuderà la mia lista di libri letti nel 2019. Ventiquattro ore di lettura sembrano poche ma sono tantissime, quando vanno ad aggiungersi all’inizio dell’anno scolastico e a tutti gli impegni che porta con sé. Non importa, chiuderò in bellezza.
Ecco la citazione che ho scelto per voi:
“The past reflects eternally between two mirrors – the bright mirror of words and deeds, and the dark one, full of things we didn’t do or say” (Il passato si riflette perennemente in due specchi: quello luminoso delle parole pronunciate e delle azioni compiute e quello scuro, colmo di tutte le cose che non abbiamo detto o fatto).
Aspetto i vostri commenti, anche in privato!
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Viaggio di pochi minuti in India 🇮🇳