In certi giorni ti sembra di vivere in apnea, sommersa da incombenze, doveri, commissioni, decine di foglietti che affollano la tua agenda, la giornata lavorativa deve ancora iniziare e tu già arranchi, respiri affannata, consumandoti all’idea che anche oggi metà delle cose da fare non verrà depennata dalla lista . Ma proprio nel momento in cui l’agenda perennemente aperta cade rovinosamente sul pavimento dell’auto, e tutti quei post it colorati ti ricordano che hai ancora tanto, ma tanto da fare, concludere, portare a termine, fa capolino un disegno tutto colorato, dichiarazione d’amore di una figlia ancora bambina, che era solita lasciarti nascosto nel portafogli un cuore, un girasole, una semplice ma profonda frase. Nello stesso istante alla radio passa una canzone, appartenente a quella musica definita leggera, che oggi però coglie dritto nel segno; guardi il tuo volto riflesso nello specchietto retrovisore e ti sorprendi a sorridere, e ti ascolti accompagnare a squarciagola quel ritornello:
Che sia benedetta
per quanto assurda
e complessa ci sembri
la vita è perfetta
per quanto sembri incoerente
e testarda, se cadi ti aspetta
siamo noi che dovremmo
imparare a tenercela stretta
La foga si è placata, l’ agenda può restare lì dov’è caduta: ora vuoi solo godere il piacere del sentirti respirare, canticchiare. Oggi decidi di rallentare e celebrare la vita, le sue buche, i suoi sassi e i suoi meravigliosi paesaggi, le notti in bianco e le lacrime di gioia, le giornate vuote e quelle troppo piene, quella vita che ti vedrà sempre aggrappata ai suoi rami, tenace e determinata, consapevole di dover sempre e comunque esserle grata.
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