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Io e il Papu

Un bambino resta coinvolto in un attentato terroristico: sua madre ne esce malconcia, lui illeso, ma da quel giorno non vuole, non riesce più a parlare. Decide di chiedere aiuto al Papa, che risponde al suo appello. La cosa potrebbe sembrare inverosimile ma diventa più che realistica quando ci rendiamo conto che il Papa in questione è il “nostro” Francesco.

Inizia così un rapporto di amicizia, in cui la comunicazione è affidata a un metodo tutto particolare, le figurine dei calciatori.

Sarà per  miei trascorsi giovanili di tifosa, sarà per l’affetto che questo Papa sa far sbocciare tra credenti e non, sarà perché Garlando ha un modo di scrivere che attira grandi e piccoli: trovo sia un libro molto piacevole, e per accertarmi che potesse esserlo anche per ragazze non tifose di calcio, l’ho fatto leggere a mia figlia, già entusiasta della lettura di “Mio papà scrive la guerra” dello stesso autore. Voglio spendere due parole anche per questo titolo, che consiglio: è uno scambio epistolare tra padre, giornalista rapito in Afganistan, e figlio, in attesa che suo padre torni a casa per le feste natalizie. E’ un altro libro che sarebbe bello leggere insieme ai nostri figli, credo che dall’una e dall’altra parte ci si possa facilmente immedesimare nei personaggi “partecipando” alla storia.

Se tra i giovani lettori ci fosse qualche aspirante giornalista questa lettura è ancora più azzeccata, ci racconta l’ambiente di una redazione e in appendice offre un utile glossario sul linguaggio giornalistico.

Tornando a “Io e il Papu”, l’esame lettrice non tifosa è stato brillantemente superato!

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