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Contatti

Oggi parliamo di rubriche, non quei bellissimi quadernetti che si acquistano dal cartolaio, con copertina rigida o morbida, rilegatura con anelli o standard; mi riferisco agli elenchi dei contatti dei nostri ultramoderni smartphone: comodi e soprattutto sempre con noi,  ci hanno tuttavia privati della capacità di memorizzare i numeri di telefono. Ogni nuovo contatto viene registrato e immagazzinato da una memory card, che ci risparmia la fatica di imparare sequenze di numeri e associarle a nomi o facce.

A proposito di associazione: scorro la rubrica del mio telefono e riconosco di avere una maniera piuttosto singolare di classificare i miei contatti. Ora ditemi, capita solo a me di avere un modo a dir poco originale di catalogare amici e colleghi?

Prendiamo in esame  i simpatici professionisti i cui riferimenti sono preziosi come il contatto del medico di base, e che secondo me dovrebbero essere associati a numeri di emergenza come il 118: non so, idraulico 015, elettricista 016, fabbro 017. Scorrendo la rubrica del mio telefono ci imbattiamo alla E in un “Edoardo Per Legna”, un simpatico agricoltore che mi procurava la legna da ardere, alla F trovo il primo singolare contatto “Fognature per spurgo”: curioso ma comprensibile. Alla M  trovo già uno dei numerosi ostacoli di comprensione: il numero del signor “Muratore”: non “muratore che ha ristrutturato la mansarda” oppure “muratore da non chiamare più perché mi ha fatto aspettare sei mesi per finire una riparazione sul terrazzo”, solo “Muratore”. Chi è costui? Potrò mai richiamarlo?

Parliamo ora di quanto accaduto qualche giorno fa: compleanno di una mia carissima nipote acquisita. Sono le 08,30. Voglio essere tra i primi a farle gli auguri: scorro alla voce C: Claudia. Mi rendo conto di non aver mai cancellato i numeri non più attivi: trovo una serie di riferimenti: Claudia con annesso il nome di sua madre, Claudia con associato il nome di suo figlio, un “Claudianuovo”, “Claudiaprimo”, “Claudiacasa”. Mi metto al lavoro, sto già sudando, i primi due tentativi falliscono. Comincio a interpretare la mia mente e mi dico: il numero associato al figlio sarà più recente di quello associato alla madre, e cosa devo pensare del primo e del nuovo? Quando finalmente sento il segnale libero dall’altro capo del telefono è troppo tardi: sono le nove passate, Claudia è entrata in ufficio e non risponderà fino alla pausa pranzo: le farò gli auguri dopo tutti gli amici e parenti, colleghi, capoufficio, postino e corriere inclusi.

L’apice della fantasia lo raggiungo con i numeri sconosciuti che per forza di cose devo registrare: ecco che mi appare un “Congel”, registrato in tutta fretta anni fa e mai cancellato: si trattava di un possibile acquirente per il mio congelatore, messo in vendita su un famoso sito di compravendita dell’usato.

Per consolarmi penso a mia madre e so di non essere sola: la mia adorata mamma, di origine meridionale e, come da copione, piena di parenti con cui intrattiene un fitto rapporto epistolare (avete capito bene, epistolare, cartaceo, fatto di cartoline, francobolli… che bello!) e telefonico, è la vera maestra nell’arte della catalogazione di numeri telefonici. Il problema nel suo labirinto di contatti nasce dal momento che, come tanti meridionali, si è per anni avuta l’abitudine di dare ai figli il nome dei nonni; tanti di questi parenti hanno poi lasciato il Sud e si sono trasferiti altrove in cerca di fortuna: ecco allora che scopriremo un universo, ad esempio, di Marie, che come “cognome” avranno la residenza finale, oppure il nome del rispettivo padre oppure entrambi: Maria Cinisello di zio Giovanni, Maria Pinerolo di zio Antonio, Maria di Santa Marinella di zio Mario (il massimo della fantasia!).

Tale madre tale figlia…forse è proprio così. Parliamo per esempio dei genitori dei compagni dei nostri figli:  alzi la mano chi li inserisce col nome di battesimo. Io no. Per questo nella mia rubrica la lettera M è piena di mamme: mamma Alice, mamma Sara, mamma Eleonora. E non mi fermo qui, perché in presenza di due Sara avrò la mamma Sara danza e la mamma Sara generica, oppure, raro ma è capitato, ho osato registrare un numero con questo nome: “mamma compagna volley quella con panda rossa”. Abbiate pazienza: lei mi chiamava per nome, mi chiedeva perfino notizie di mia cognata, potevo urtare la sua sensibilità chiedendole: “Scusa, com’è che ti chiami?”

Dopo questa attenta e profonda disamina confesso di aver preso una decisione: prima o poi darò una bella ripulita alla rubrica, la snellirò eliminando numeri, speriamo, inutili e mi fermerò alla M di mamma:  poi mi disporrò a chiamarle tutte per invitarle in un locale, senza figli, dove potremo finalmente presentarci, memorizzare i nostri nomi e finalmente popolare la rubrica di Ada, Rossella, Alessandra, ognuna con una propria identità.

Avrò sfoltito almeno la M… Scusate, squilla il telefono: chi sarà? Meno male questa è facile, semplicemente “Mamma”: non ho dubbi, è la mia.

 

 

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Comments (5)

  • Barbara 8 years ago Reply

    Condivido, per la vita frenetica di oggi la rubrica moderna è più comoda, ma quella cartacea diciamo la verità ti faceva sentire le persone più vicine. Ma i tempi cambiano e noi ci adattiamo con molta felicità. Grazie, mi hai fatto tornare un po’ di nostalgia dei tempi passati!!

    Sabrina 8 years ago Reply

    Grazie a te Barbara, ti aggiungerò all’elenco dei miei lettori, alla B di Barbara, L di lettori, o C di Contatti !

  • Paola 8 years ago Reply

    Straordinario. Esilarante. Io uso ogni tipo di tablet e Smartphone ma vi confesso che conservo gelosamente la mia rubrica telefonica cartacea dove con i criteri fantasiosi descritti conservo i numeri a me più cari

  • Sabrina 8 years ago Reply

    Brava! E vedrai che prima o poi la tua cartacea anticaglia avrà il suo momento di gloria.

  • Miss Murone 8 years ago Reply

    I nomi più belli che ho trovato nella mia rubrica sono stati “bionda delle elementari”, “Kerenzenqualcosa” ( una mia amica rumena con un nome piuttosto particolare!), e per finire “Bo”…?

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