Ci sono insegnanti che trasmettono contenuti, inculcano principi, riempiono contenitori; ce ne sono altri che prima di tutto ciò insegnano a pensare, insegnano a quei contenitori che sono persone, con propri pensieri, giudizi, opinioni. Sono un genitore fortunato, tra i tanti motivi, per aver incrociato, più volte nel mio percorso di madre, un docente così. Questi insegnanti a volte vanno oltre, e osano risvegliare più vecchie coscienze, quelle di genitori in affanno, sempre in corsa, o arresi davanti a vite che, raggiunta la vetta, cominciano a prendere la via della discesa, e propongono letture per le vacanze, o addirittura chiedono loro un commento scritto ad alcuni estratti, articoli, commenti.
Per questo motivo stasera ho messo da parte i miei appunti di viaggio e sono davanti a una fotocopia, pronta a eseguire il mio compito, un commento di dieci righe alla testimonianza di un sopravvissuto di Amatrice (Dario Veranda Amatrice 2016).
Quest’uomo si sofferma su quanto tanta vita risulti mal spesa, quando non c’è più tempo per tornare indietro, riparare, modificare. Ciò che è peggio è che non ci è data la possibilità di andare avanti, tutto si ferma, sogni, rimpianti, progetti, cuore.
E’ una riflessione che ci fa sentire tutti più nudi, più vulnerabili. Ci incita a non perdere tempo prezioso in inutili polemiche, incomprensioni, soprattutto a sfruttarlo per “…..chiedere scusa, per far pace, per implorare il Signore di riparare le uniche vere macerie della tua vita. Finché c’è tempo, impara a modificare i tuoi “non posso” in: POSSO”!….(…) prima che scocchino per tutti noi quei 20, 40, 80 secondi..”
Sono parole che vanno a segno, che mi commuovono, forse perché sotto quelle macerie ha smesso di respirare una mia compagna di scuola, che non potrà più dire “ti voglio bene” al suo bambino illeso, forse perché accanto alla voglia di farle mie, quelle parole, colgo già la delusione di quando mi renderò conto di aver dimenticato questi buoni propositi troppo in fretta, ripiombata nella routine e nel frullatore delle mille cose da fare.
Fermarsi, sempre più spesso, chiudere gli occhi e pensare: apprezzare ciò che abbiamo, lottare per ciò che desideriamo, riconoscere il giusto valore a chi ci è accanto: ecco ciò che dovremmo fare con costanza, più delle sedute in palestra, delle uscite con gli amici o delle inutili vuote discussioni familiari.
Tante volte nella vita ho perso l’attimo, dedicando energie a obiettivi vani, tante volte l’orgoglio mi ha impedito di chiedere scusa o dire per prima “ti voglio bene”; quanti “… 20, 40, 80 secondi…”sprecati.
Confucio diceva che il momento migliore per piantare un albero è vent’anni fa, il secondo è adesso.
Ecco, smetterò di pensare all’albero mai piantato, mi concentrerò invece su quello che seminerò ora.
Grazie prof!
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"…quelle di genitori in affanno, sempre di corsa, o arresi davanti a vite che, raggiunta la vetta, cominciano a prendere la via della discesa". Bellissimo!!