Il suono della campanella è sempre quello, eppure provoca reazioni così diverse: alle otto e trenta sortisce l’effetto di un rintocco funebre. Al suo primo trillo le facce si fanno buie, studenti e docenti procedono lenti verso l’aula fredda, tetra che li terrà prigionieri per le successive quattro, cinque, sei ore.
Alle dieci e venti il suo suono sembra meno grave, invita a respirare, a riprendersi da una verifica, a sospirare per un’interrogazione, a gioire per un voto.
All’uscita quello stesso suono che solo poche ore prima accompagnava il corteo verso il luogo dell’agonia, sembra ora richiamare l’attenzione festoso, le scale non sono più calpestate da passi gravi di corpi pigri che sorreggono volti indolenti; tutti, nessuno escluso, camminano o corrono felici…eppure lei non cambia, la campanella è sempre quella.
Oggi mi soffermerò sulle conseguenze che la campanella della ricreazione ha sui miei studenti: capaci di una sorta di teletrasporto li vedo sparire tutti o quasi dall’aula, per poi riapparire dopo secondi…no.. non esageriamo.. un paio di minuti, con in mano il panino più grande che si possa immaginare, un filoncino intero, una mini baguette, un “ciriolone” imbottito di ogni sorta di companatico. Osservo, confesso, con tanta metabolica invidia, quella quantità enorme di carboidrati, proteine, grassi e, sì c’è una foglia di insalata, vitamine sparire nel tempo della ricreazione dentro lo stomaco dei miei alunni, e penso al mio apparato digerente, che se sottoposto a un simile straordinario, suderebbe sette camicie e dovrebbe studiarsi tutta l’Enciclopedia della Perfetta Digestione per evitarmi un’indisposizione.
Mentre sorveglio la classe e guardo ammirata le agili e giovani mandibole all’opera penso all’età in cui a scuola ci andavo io, e mi torna in mente Mario, il barista: tutte le mattine passava in ogni classe, interrompendo tranquillamente la lezione, per venderci la merenda; teneva in spalla un vassoio di cartone enorme pieno di rosette (quelle che qui al nord si chiamano michette e che noi chiamavamo amichevolmente pagnottelle), tranci di pizza bianca (la pizza romana!!) con la mortadella, mentre per soddisfare i golosi trovavano rifugio, nell’altra metà del cartone cornetti alla crema, ciambelle fritte, bomboloni; gli hamburger ancora non avevano colonizzato l’Italia ma noi riuscivamo lo stesso a fare scorta di grassi e a bruciarli nel momento stesso in cui entravano in contatto con i nostri succhi gastrici.
L’adolescenza sarà pure l’età delle crisi esistenziali, dell’acne giovanile, degli amori delusi e dei conflitti generazionali….ma quanto era bello mangiare senza helicobacter, ulcera nervosa, metabolismo rallentato, gastrite cronica ecc. ecc
I dieci minuti di aria sono finiti, non tutti riescono a fagocitare la merenda, qualcuno continuerà durante la lezione, alternando l’attività masticatoria al finto sorriso per non insospettire l’insegnante.
Io lascio la classe, e mi dirigo verso il distributore automatico, per comprare un tristissimo caffè da adulto nostalgico, rigorosamente senza zucchero.
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Hai una capacità di descrivere incredibile! E mi hai fatto venire voglia di avere un "Mario" a scuola😍