Sono giorni che non dà tregua: leggera, intensa, torrenziale, subdola. Con o senza ombrello, all’aperto o sotto una morbida coltre di piume, ti entra nelle ossa, impregna abiti e umore. Come uscirne?
Ho provato con la mia tisana preferita, mi sono concentrata nella lettura, ho scritto due incipit per una nuova storia. Eppure è ancora lì, quel malessere sottopelle non mi abbandona. Provo a cercare un altro rimedio.
L’ho trovato: potrebbe essere rischioso e farmi precipitare nell’abisso della nostalgia, ma vale la pena provare. Cerco nel mio album e scelgo un posto del mondo che mi ha vista entusiasta e curiosa ospite. Avete preferenze? No? Allora scelgo io….
Oggi voliamo in Africa, perché è proprio lì che vorrei essere. Ho visto acque migliori, non ho avuto modo di ammirarne i fondali, ho assaggiato specialità più gustose, ho percorso strade meno dissestate, con mezzi più affidabili e autisti più prudenti, ho visitato luoghi più sicuri, senza essere accompagnata dall’ansia avventurandomi sola in qualche escursione, eppure…. eppure mi attira, mi chiama, ha preso un angolo della mia anima e non esce più.
E’ intensa, maestosa, fiera e umile allo stesso tempo, orgogliosa e accomodante, selvaggia e accogliente. Ti brucia col suo calore, ti annacqua con le piogge, ti spaventa con la sua fauna, ti intenerisce con la sua umanità.
E’ intensa, maestosa, fiera e umile allo stesso tempo, orgogliosa e accomodante, selvaggia e accogliente. Ti brucia col suo calore, ti annacqua con le piogge, ti spaventa con la sua fauna, ti intenerisce con la sua umanità.
L’Africa è un orizzonte infinito, è il sorriso più sincero che abbia incontrato, è l’incontro con persone povere che sono pronte a mostrarti orgogliose dove vivono, è il malinconico volto dei masai che difendono la loro etnia sottomettendola alle esigenze dei turisti, e esibendosi in danze rituali come fossero improvvisati spettacoli da strada; l’Africa è anche uno di loro, che abbandona il sospetto e mi porta nel suo villaggio, è il respiro della savana e di animali che con il loro sguardo ti parlano.
Ho avuto la fortuna di visitare luoghi diversi, in periodi diversi: ma oggi vorrei tornare nella contraddittoria Mombasa, con la sua città caotica e inquinata e le spiagge lunghe che diventano sconfinate, quando la bassa marea si ritira timida, lasciando sulla sabbia tesori naturali di una bellezza semplice e pulita.
Ecco, quello è il momento che mi manca di più, quando l’acqua calda si ritira sotto i passi e, accattivante e misteriosa, ci invita a seguirla al largo, camminando sulla sabbia bagnata piena di conchiglie.
Dalla parte opposta gli uccelli tra gli alberi intonano il loro canto, la brezza muove le palme e il fruscio tra le foglie chiama anch’esso, attirandoci di nuovo verso la terraferma. Poi il buio incede, la pelle scotta ancora per i raggi del sole, lo sguardo si rilassa beato preparandosi al riposo ritemprante. Nella notte il silenzio è accompagnato dal rumore delle pale del ventilatore, dal fruscio della zanzariera, dai versi degli animali notturni e a volte, nelle prime ore dell’alba, da un rumore dapprima leggero, poi sempre più insistente, che busserà sul tetto: è la pioggia africana, che ci ricorda quanto sia maestosa la natura, acqua che nutre, che sveglia certo, ma rende l’uomo partecipe di un miracolo che si ripete, a volte quotidianamente, a volte raramente, ma con il medesimo effetto: entra nelle ossa, e ti fa sentire parte di quel mondo non ancora inquinato dalle finte ansie e preoccupazioni, ma completamente affidato a Dio, per chi come me ci crede, o semplicemente alla grande, universale, madre Natura.
Non so se per voi abbia funzionato, ma le gocce che tamburellano sul lucernaio non mi disturbano più, tiro un sospiro di sollievo e vado a prepararmi una tisana. Scendendo incontro il mio sguardo nello specchio: sorride.Per provare a vivere l’effetto della pioggia d’Africa andate a cercare
Angel Chorus City
Poi chiudete gli occhi e ascoltate….
6 Mi piace Dalla parte opposta gli uccelli tra gli alberi intonano il loro canto, la brezza muove le palme e il fruscio tra le foglie chiama anch’esso, attirandoci di nuovo verso la terraferma. Poi il buio incede, la pelle scotta ancora per i raggi del sole, lo sguardo si rilassa beato preparandosi al riposo ritemprante. Nella notte il silenzio è accompagnato dal rumore delle pale del ventilatore, dal fruscio della zanzariera, dai versi degli animali notturni e a volte, nelle prime ore dell’alba, da un rumore dapprima leggero, poi sempre più insistente, che busserà sul tetto: è la pioggia africana, che ci ricorda quanto sia maestosa la natura, acqua che nutre, che sveglia certo, ma rende l’uomo partecipe di un miracolo che si ripete, a volte quotidianamente, a volte raramente, ma con il medesimo effetto: entra nelle ossa, e ti fa sentire parte di quel mondo non ancora inquinato dalle finte ansie e preoccupazioni, ma completamente affidato a Dio, per chi come me ci crede, o semplicemente alla grande, universale, madre Natura.
Non so se per voi abbia funzionato, ma le gocce che tamburellano sul lucernaio non mi disturbano più, tiro un sospiro di sollievo e vado a prepararmi una tisana. Scendendo incontro il mio sguardo nello specchio: sorride.Per provare a vivere l’effetto della pioggia d’Africa andate a cercare
Angel Chorus City
Poi chiudete gli occhi e ascoltate….
Questa notte non ha "portato consiglio"… Leggere "La Tua Africa" invece si… Un complemento efficace alla mia fase "Mindfulness"… Uno strumento di "Resilienza"…. O forse più semplicemente imparare a Vivere…
Caro Francesco, grazie per le tue generose parole, che mi dimostrano di aver sortito nel lettore l'effetto desiderato. Grazie ancora e continua a a seguirmi!