Da brava donna lungimirante (o esageratamente meticolosa a seconda dei punti di vista) quale sono, giorni fa mi sono recata presso una vicina stazione ferroviaria, per acquistare i biglietti che avrei utilizzato qualche giorno dopo: la mia mente, ebbene sì un po’ malata, mi suggeriva di procurarmi i tagliandi in anticipo, evitare lunghe file, prendere in tempo il treno.
Ebbene, per tre volte mi sono recata alla biglietteria, trovando in tre giorni e momenti diversi lo stesso cartello:
SERVIZIO MOMENTANEAMENTE NON DISPONIBILE. RIPRENDERÀ TRA DIECI MINUTI.
In ognuna delle tre occasioni mi sono guardata intorno: volevo accertarmi che l’aria sorpresa non caratterizzasse solo il mio volto; invece gli altri viaggiatori apparivano affatto turbati, tranquilli, chi perso tra i messaggi del suo telefono, chi imbambolato davanti allo schermo delle partenze, chi in attesa che il vicino orizzonte rivelasse contorni della persona attesa.
Rassegnata sono per tutte e tre le volte andata via, senza aspettare i dieci minuti, che a nessuno era dato sapere quando fossero iniziati, e di conseguenza quando sarebbero terminati.
Il giorno della partenza, decisa a chiedere spiegazioni sull’ambiguo messaggio per i viaggiatori, ho trovato un’inaspettata coda, ho comprato in tutta fretta i biglietti, e sono corsa al binario in tempo per vedere la coda del treno diretta alla mia destinazione senza di me…
Ma secondo voi, l’avviso era volutamente vago, o è stato l’ingenuo errore di un impiegato, concentrato a rassicurare sulla brevità della pausa, inconsapevole di aver al contrario scoraggiato i passeggeri informandoli che il personale era in pausa senza inizio né fine definiti?
In attesa di risposte vi mostro la vetrina di un negozio, dove l’orario di lavoro è “mooolto” flessibile, e che ho trovato in un posto insospettabile: l’efficientissima Norvegia!
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