Trenta giugno: scuola finita, pagelle consegnate, anzi scaricate e stampate; stop all’ansia da compiti, per un paio di mesi mi toglierò dalla faccia l’aria da mastino, ed entrando in camera delle mie figlie, potrò evitare l’aria inquisitoria e la frase : “A che punto sei?”

Prove del coro sospese fino a settembre, saggio di danza ormai alle spalle, campionato di volley finito, perfino il commercialista è sistemato… Il caldo toglie anche appetito, e ultimamente riesco a passare meno ore in cucina tentando di preparare sufficiente cibo per prole in crescita e con perenne appetito insoddisfatto.

La sveglia al mattino è più rilassata, l’oratorio estivo inizia solo alle nove, quindi arrivederci anche all’adunata all’alba e al ruolo di  sergente che urla “Giù dalle brande!”

Un anno intenso, pieno di impegni, corse e appuntamenti scolastici, sportivi, sociali sta lasciando finalmente spazio alla tregua estiva.

E’ ufficiale: ho appena concluso la mia ultima vasca dalla palestra degli allenamenti di mia figlia a casa, e sono pronta a riprendere la cena lì dove l’avevo interrotta… se avessi sulla testa la nuvoletta di uno dei miei fumetti preferiti ci sarebbe scritto solo:”Pant, Pant..”

Sono in ascensore e penso al forno da spegnere e all’insalata da condire quando lei mi guarda, stanca, soddisfatta, affamata e mi dice: “Grazie mamma!”

“E di che?” rispondo io.

“Di tutto. Di tutto quello che col tempo è diventato niente”.

La guardo, i miei occhi spenti si illuminano e nello stesso istante si riempiono di quelle benedette lacrime che proprio non riesco a tenere a bada.

E’ grande, cresce e matura ogni giorno, ma ora mi guarda con occhi di cucciola; eppure si esprime con la profondità di un’adulta. Comprende che gli sforzi quotidiani sono tanti, capisce che ciò che riceve non è scontato, ed è capace di riconoscerlo, e riconoscermelo.

A volte a noi mamme basta poco, o “niente” per essere felici. Io stasera lo sono. L’affanno è sparito, non sono poi così stanca…

Trenta giugno: oggi è la festa di questa mamma.