Ci sono giorni in cui senti che tutto va nella direzione opposta alla tua volontà, ci sono momenti in cui vorresti essere non su un’isola deserta, ma proprio quell’isola, priva di pensieri, logica, sentimenti.
Ci sono volte in cui vorresti sparire con la certezza che nessuno verrà a cercarti, e stare lì, in un angolo del nulla fino a quando ne sentirai il bisogno.
In quegli stessi giorni però potrebbe, dico potrebbe, essere necessario esserci, nella tua vita, per chi ti sta accanto, per esempio. Così, dopo aver tentato inutilmente di raggiungere la consistenza di un’ameba, o meglio ancora dell’aria, torni in te, in tutta te stessa, tutto compreso, pensieri, crucci…e riparti.
Come se non bastasse fuori c’è quest’autunno che avanza, e che proprio non ti va giù, il sole stenta a salire, il vento comincia a diventare pungente e le foglie, quelle foglie che ti volano davanti, attraversando il parabrezza sfrontate e incoscienti, ti danno la certezza che quell’isola è proprio l’identità in cui vorresti riconoscerti.
Eppure non ti dai per vinta, e cerchi, rovisti, mescoli nel disordine delle tue emozioni, da qualche parte dovrai averlo riposto, quell’ultimo stralcio di ottimismo, ma sì, là in fondo, eccolo: davvero pochino, chissà se basterà ad arrivare a sera, è un po’ malconcio, era schiacciato da tutti quei pensieri tristi, però se lo stiracchi un po’.. ma sì può andare.
Ora ce l’hai addosso, lo senti, comincia a distenderti le rughe tra le sopracciglia, accenni addirittura un sorriso, e improvvisamente, proprio dove non ti aspetti, qualcosa ti provoca un fremito di emozione. Sei ferma a un semaforo, canticchi la solita canzone che passa dalla solita radio, e distrattamente alzi gli occhi: è bellissimo, maestoso, possente.
Sei sempre stata piuttosto ignorante in materia: sembra un acero, ima le foglie sono meno ampie, somigliano a tante colorate stelle marine, sfuggite alla sabbia e rimaste impigliate tra i suoi rami.
E’ semplicemente bellissimo: ha deciso di indossare l’alternanza dei suoi colori contemporaneamente: è vestito di giallo, viola, marrone, verde, rossiccio…
Sembra non volersi arrendere all’inevitabile caduta della sua chioma, o forse ne è consapevole, e per questo dà il meglio di sé, proprio un attimo prima di soccombere al vento, ai mesi invernali, al freddo. Si staglia in mezzo al resto della vegetazione in questo giardino affacciato su una strada trafficata, pare incoraggiarli tutti, arbusti, cespugli, li esorta a restare fieri, e attendere il destino con orgoglio e coraggio.
Tra qualche settimana sarà spoglio, silente, e paziente, ad attendere che un altro inverno passi; nel frattempo è il quadro più bello che si possa offrire agli occhi, e tu, ferma a quel semaforo, ne sei fortunata spettatrice.
La bellezza ti ritempra, ti nutre, ti disseta; anche il tuo ottimismo sembra trovare giovamento da questa vista inaspettata. Il rosso è sempre rosso, però comincia a tendere al verde, la giornata è sempre la stessa ma ora sai, che quando tutto intorno a te sarà troppo grigio, potrai tornare a questo semaforo, sperare che sia rosso, e nutrirti di colori.
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