Ultimamente ho avuto la fortuna di viaggiare parecchio, sposando una nuova abitudine: invece di cercare ristoranti tipici ho cercato librerie tipiche, di cui vi parlerò prossimamente, ma soprattutto ho cercato di abbinare le mie letture alla destinazione, un po’ come si fa con vini e piatti. La California mi ha vista riscoprire Steinbeck, cercare di capire Kerouac, conoscere John Fante.

Ora sul mio comodino c’è un libro che dovrei abbinare a un viaggio a Procida, ma siccome non ho in programma la Campania nei prossimi giorni, e siccome non potrò resistere ancora molto, “Tutto sarà perfetto” di Lorenzo Marone verrà probabilmente letto tra le quattro mura domestiche, o piuttosto, visto il caldo, in terrazzo. Poco male, visto che durante la presentazione del libro l’autore ha parlato della casa come uno dei suoi personaggi più cari; del resto come dargli torto? La casa respira, accoglie, rifiuta, ma soprattutto trattiene i ricordi, tutti.

Per il momento ho letto solo poche pagine, vinta dalla curiosità, ma sono già riuscita a rispecchiarmi in entrambi i figli protagonisti della storia: Marina, ossessionata da manie di perfezionismo e ricerca infinita della precisione; Andrea, in eterno contrasto con la figura paterna, armato di spirito di contraddizione nei suoi confronti . Dialoghi divertenti, descrizioni sensibili e accurate, viste attraverso l’obiettivo della macchina fotografica di Andrea, o semplicemente il filtro della sua anima, rendono vivo il racconto, ma non mi lascio illudere. Ti conosco caro Lorenzo … e infatti, leggendo la descrizione che Andrea fa del volto di Libero comincia a salirmi il magone; forse perchè negli occhi di quel padre ritrovo quelli del mio, stanchi e indomiti allo stesso tempo.

Mi piace il talento nascosto nella semplicità, la bravura che non si autocelebra, il gusto di raccontare per mantenere vivo un ricordo, per obbligarci a non smettere di provare emozioni, sentimenti. Mi piace Marone. punto.